Riconosciuta come una delle più prestigiose ville rinascimentali della Toscana, villa Agostini Venerosi della Seta a Corliano è una dimora storica del XV secolo decorata esternamente con graffiti cinquecenteschi tipici del manierismo fiorentino. Che conserva al suo interno affreschi di Andrea Boscoli (1592), Giovan Battista Tempesti, Mattia Tarocchi e Nicola Matraini, pittori pisani del XVIII secolo. Ci arriviamo per caso grazie all’elenco che annota i più bei caffè storici che hanno fatto la storia d’Italia e passano per Pisa a far sosta in uno dei più antichi e bei Caffè d’Italia entrati a far parte della nostra rete di caffelettetari.it. Ci aiuta a capire il tesoro che abbiamo davanti colui che in questi luoghi ha radici e genia: il conte Agostino Agostini che ci collega per diretta connessione a chi questi luoghi li ha fatti nascere, preservati e custoditi finora. Luogo di cultura, dimora d’epoca, di tesori d’arte, di natura, buon cibo ed ospitalità che racconteremo in modi diversi qui su caffeletterari.it e su grandichef.com.
di francesco de rosa
“Una storia di eleganza e tradizione” recita il titolo di un capitolo che vuole far luce sul luogo. Villa Agostini Venerosi della Seta di Corliano in Toscana è così. Parte di un più ampio complesso monumentale composto dalla cappella gentilizia, dalla fattoria, dal frantoio, dalle scuderie e dal kaffeehaus e da un parco di enorme fascino di circa 5 ettari che conta alcune rare piante secolari e racchiuso entro la cinta muraria.
Nel 1616 il fiorentino Vincenzo di Luca Pitti descriveva Villa di Corliano, abbreviativo che ha dentro tutta la storia di questi luoghi, come “il più bel Palazzo che sia intorno Pisa”. Trasformata oggi in un raffinato relais. Che offre ai propri ospiti la possibilità di seguire le orme di Stendhal per “[…] respirare un’aria dolce e pura, vedere paesaggi superbi, vedere bei quadri […] vedere belle chiese, vedere belle statue e incontrare le sensazioni celestiali date dalle belle arti e dai sentimenti appassionati” e per una accoglienza tailor made, ovvero fatta su misura per una Dimora Storica. Basterebbe infatti volgere lo sguardo in alto, una volta all’interno. Guardare i soffitti del salone e del vestibolo di ingresso, affrescati dal pittore fiorentino Andrea Boscoli tra il 1592 e il 1593, a rappresentare scene mitologiche tratte dalle Metamorfosi e dai Fasti di Ovidio o i segni zodiacali associati a ciascun mese del calendario. Annotare, per esempio, al centro del salone il grande affresco “Convivio delle divinità“. Con dentro la raffigurazione di un baccanale di divinità romane, volto a cogliere il favore degli astri per alcuni personaggi, ritratti insieme ai committenti – Pietro della Seta e Laura Lanfranchi – e allo stesso Andrea Boscoli. Sede di numerose Accademie da quella degli Svegliati fino alla Colonia Alfea, filiazione pisana dell’Accademia dell’Arcadia, che ha in facciata i fregi dell’Accademia degli Stravaganti (una tartaruga ed una lepre). All’esterno graffiti tipici del manierismo fiorentino che rappresentano le virtù Accademiche della “Fortezza, Abbondanza e Fortuna”.
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La storia dice che “la villa sorge in un’area che anticamente fu proprietà dei pisani Venuleii, una famiglia consolare romana di origine etrusca. Nel 1126 la Guardia di Corliano risulta in possesso dei figli di Schiero II Visconti, rappresentanti degli Obertenghi a Pisa”. Dice che “la costruzione della villa fu comunque iniziata dagli Spini, famiglia di mercanti e banchieri, nella prima metà del XV secolo, probabilmente sui ruderi di un edificio di Lucius Venuleius Montanus, duoviro della colonia pisana, ”pontefice” del collegio sacerdotale degli Arvali, che nel 92 d.C. costruì l’acquedotto di Caldaccoli e le Terme di Pisa. Al 17 giugno 1536 (stile pisano) risale l’atto di vendita della proprietà agli attuali proprietari da parte dei fratelli Giovanni e Bernardo di Francesco Spini di un “Palazzo da Signore, con una scala di fuora, con un ballatoio davanti alla porta maggiore, con fonte e con terra intorno ad uso di detto palazzo”, dietro esborso di 1500 fiorini fiorentini.
Nel 1755 in occasione del matrimonio di Teresa della Seta Gaetani Bocca (1736-1816) con il conteCosimo Baldassarre Agostini Fantini Venerosi (1722-1793), il complesso monumentale fu ristrutturato dall’architetto veronese Ignazio Pellegrini (1715-1790). Il Pellegrini mutò l’approccio scenografico del primitivo vialone d’accesso alla villa, che da rettilineo e in asse con l’entrata della villa, trasformò in un duplice percorso anulare, lambito, all’interno, da un parco e, verso l’esterno, da boschi, racchiusi in una nuova cinta muraria. Il parco, descritto da Giovanni Targioni Tozzetti (1712-1783), si estende su 5 ettari con piante secolari e rare specie botaniche, il suo assetto attuale è fatto risalire al 1884, in occasione delle nozze tra il conte Alfredo Agostini Venerosi della Seta (1885-1903) e la contessa Teresa Marcello (1862-1946).
Nel corso dei secoli, la Villa di Corliano ha saputo conservare il suo fascino originario, diventando oggi una delle più significative residenze storiche private della Toscana ancora abitate. La proprietà è tuttora della famiglia Agostini Venerosi della Seta, che ha saputo valorizzarla aprendola al pubblico per visite, eventi, ospitalità di charme e attività culturali. Ogni angolo della villa racconta una storia: un dialogo continuo tra passato e presente, tra arte e natura.
Oltre alla dimora principale, il complesso comprende un parco monumentale, una cappella gentilizia, antiche cantine voltate e un’antica fattoria. Elementi architettonici, simboli allegorici e dettagli decorativi dialogano con il paesaggio circostante, restituendo l’atmosfera autentica di un tempo e offrendo un’esperienza immersiva nella storia e nella cultura toscana.
La facciata della villa, decorata da graffiti manieristi del Cinquecento, rappresenta un unicum nella zona, con rappresentazioni allegoriche delle virtù accademiche come la Fortezza, l’Abbondanza e la Fortuna. Questi motivi, insieme agli stemmi nobiliari e agli affreschi interni, testimoniano la vocazione culturale e intellettuale della famiglia e rendono la villa un luogo di grande interesse storico-artistico.
L’assetto attuale del giardino, come accennato, è fatto risalire alla fine dell’Ottocento. Nel 1884, in occasione delle nozze tra il conte Alfredo Agostini Venerosi della Seta e la contessa Teresa Marcello il parco fu rinnovato abbandonando la rigida assialità della disposizione precedente, il prato di fronte alla villa fu unificato e rialzato nella zona centrale in modo da creare un lieve declivio. Una leggenda sostiene che il grande platano secolare di fronte alle scuderie sarebbe stato piantato come Albero della libertà dai francesi repubblicani quando fecero il loro ingresso in Toscana alla fine del Settecento.
La villa è nella disponibilità degli Agostini Venerosi della Seta e del conte Agostino Agostini che ci aiuterà a capire il valore di un luogo diventato senza tempo, eccellenza di ospitalità e di gusto, occasione e crocevia di cultura. Non a caso una parte del complesso monumentale è riservata ad attività ricettiva extralberghiera di Residenza d’Epoca ai sensi della Legge Regionale 42/2000 (art.58) per la salvaguardia di immobili storici, vincolati dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
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