Martedì sera del 7 ottobre appena trascorso, Oscar Leonessa, che al Riva Cafè di piazza Vittoria a Napoli mette anima e cuore ed il suo talento che attinge ad infinite competenze proprio sul tema dei liquori e whisky più rinomati al mondo, ha dato appuntamento ad un gruppo di suoi qualificatissimi e storici clienti affinché potessero ascoltare Gianfranco Pola, brand ambassador italiano di Chartreuse il mitico liquore francese, per cui lavora dal 1988. Un serata di gran gusto all’insegna di tanti aneddoti che Gianfranco Pola ha vissuto tratte anche dalle conversazioni avute con Philippe Rochez, responsabile dei mercati esteri del Chartreus che tuttavia non gli sono valse a scoprire gli ingredienti segreti di quello che è il liquore più antico al mondo ancora in produzione ma certamente decine di dettagli che oggi danno per intero il valore che merita Chartreus in vendita, manco a dirlo, presso Riva Cafè di Oscar Leonessa a piazza Vittoria in Napoli.
di francesco de rosa
Dall’ingegnere Borselli a Carla Travierso, collega giornalista ed esperta d’arte, da Antonio Corbo già direttore a Repubblica Napoli a tanti giovani ed “esperti” giovani che hanno rinomate attività commerciali nel centro di Napoli. Il piglio solito ed attento ai dettagli come sempre di Oscar Leonessa che ha coordinato tutti i suoi collaboratori, dal direttore Mario a Raffaele, ad Alessandro che hanno composto il team. Ma il “debutto” napoletano di Gianfranco Pola e della delegazione francese che era con lui non poteva essere affidato al caso. Che persino il breve blackout di alcuni palazzi napoletani ha dato per un momento una sfumatura insolita e particolare al viaggio che tutti gli invitati hanno fatto tra notizie, storia, produzione e soprattutto degustazione di un liquore che arriva dalla Francia e ha une veste mistica. A dirlo è stato era stato Philippe Rochez quando raccontò che “quella del manoscritto era una ricetta che partiva da una idea curativa, cioè con proprietà medicinali“. E che “a partire dalla sua prima realizzazione, a Parigi nel 1605, la ricetta è stata modificata dagli stessi monaci, per amplificarne le proprietà. Così nel 1764 è nato l’Elixir Vegetal de la Grande Chartreuse. Da lì sono derivate le diverse versioni di liquore, che sono principalmente la Chartreuse Verde e la Gialla, sempre basate sulla ricetta del manoscritto, dunque con gli stessi 130 tipi di erbe, ma con processi di lavorazione diversi. L’Elixir ha una sola distillazione, con differenti processi di estrazione e macerazione, nessun invecchiamento e nessun impiego della chimica. La Verde e la Gialla invece sono anche invecchiate”.
Intanto partiamo dal nome. Il nome Chertreuse è quello dell’omonimo massiccio delle Prealpi della Chartreuse, una parte delle Prealpi di Savoia in Francia. Si trovano per la maggior parte nel dipartimento dell’Isère, e in parte in quello della Savoia. Sono questi massicci che hanno dato il nome al monastero della Grande Chartreuse, fondato dai monaci certosini nel 1084. Così è nella storia di quei certosini che si rinviene anche la storia del liquore Chertreus e di un manoscritto da dove tutto nacque che risale al lontano 1605, quando già esisteva da sei secoli l’ordine del monaci certosini, che sempre ha cercato di sopravvivere con il lavoro, impegnando tempo e preghiere in attività diverse. Dal lavoro del legno alla produzione del ferro. Dai lavori manuali e lavori intellettuali che hanno messo a stretto contatto la natura d’intorno all’attività che poteva dare sostentamento. Certosini anche nella ricerca di piante e fiori per curare le persone. Così fu nel 1605 che il duca François Hannibal d’Estrées consegnò ai Padri Chartreux della Certosa di Vauvert a Parigi un manoscritto misterioso – nel senso che non se ne conoscono le vere origini – che conteneva questa ricetta, ovvero una lista di 130 tipi di erbe, fiori, spezie. Era la ricetta per un “elisir di lunga vita”.
Oggi i monaci usano una tonnellata di erbe secche per produrre 42.000 litri di liquore. Quello che va in invecchiamento viene messo in fusti da 50.000 litri di rovere. Il legno viene dalla foresta di Tronçais, nel nordest della Francia, ed è lo stesso usato anche nel metodo Chardonnay. Nel caso della Chartreuse, viene utilizzato perché permette la perfetta ossigenazione nel lento invecchiamento. Il liquido poi viene spostato in fusti da 25.000 litri, poi da 12.500, in riduzione progressiva. A riannodare i fili della storia e della produzione è stato più volte, con estrema dovizia sia Gianfranco Pola che il suo “mentore” Philippe Rochez nei diversi incontri avvenuti in terra di Francia, quel posto bellissimo dove c’è anche la distilleria.
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Nella storia della Chartreuse – si racconta – i monaci hanno avuto la possibilità di fare diverse varianti basate sul medesimo metodo di lavorazione. Per questo sono nate diverse cuvée, la prima è stata la Vep, nata nel 1963, con la quale i monaci hanno voluto offrire al mercato una espressione di Chartreuse più invecchiata, in fusti di rovere più piccoli. Si parla di invecchiamenti di 8-10 anni (non si sa di preciso) in fusti da 600 litri. Un prodotto davvero straordinario e unico, perché non c’è un altro distillato di erbe invecchiato così, sul mercato. Dopodiché hanno creato diversi liquori per commemorare vari eventi storici della Chartreuse, come ovviamente il 9e Centenaire, a 47 gradi, con un assemblaggio di 20 profili di liquori, che è stato creato nel 1984 per commemorare i 900 anni della storia dell’ordine monastico. Poi c’è la Mof, nata nel 2008, su base Gialla, ma ben diversa dalla Gialla normale. Poi, tra le altre, vale la pena ricordare la Reine, ovvero la Regina di Liquori: una edizione estremamente limitata, creata da un assemblaggio di vecchie Chartreuse. La Regina di Liquori celebra la Vecchia Gialla a 43% di inizio secolo, con un packaging che cambia ogni anno… . Dal viaggio nella storia al viaggio tra sapori di una sera speciale di degustazioni e traversate, tra formaggi raffinati, bollicine, tisane che vengono da quegli stessi posti che Oscar Leonessa non ha voluto far mancare e che potrete trovare nel suo Riva Cafè. Intanto che lo spettacolo abbia inizio così com’è stato e come la prossima fotosintesi dell’evento che abbiamo fatto per voi documenta…
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fotosintesi dell’evento…




















