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L’Associazione Locali storici d’Italia – si legge nelle note ufficiali che la raccontano – è un sodalizio culturale senza scopo di lucro con il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali che, da più di 40 anni, promuove la valorizzazione e la tutela degli antichi locali – alberghi, ristoranti, bar, caffè, pasticcerie, confetterie – che hanno almeno 70 anni di vita e hanno acquisito fama e rinomanza storica attraverso avvenimenti e soste di personaggi celebri. Così i Locali Storici d’Italia son diventati un sodalizio culturale senza scopo di lucro che riunisce più di 230 tra antichi e prestigiosi alberghi, ristoranti, pasticcerie-confetterie-caffè letterari protagonisti della storia d’Italia per gli eventi di cui sono stati promotori o sede e per i personaggi illustri che li hanno frequentati. Probabilmente fu una scommessa per coloro che più di 41 anni fa vollero far nascere un’associazione con finalità obiettivi così nobili. Si trattava, allora come oggi, di quei Locali che devono avere almeno settant’anni di esercizio e abbiano conservato ambienti ed arredi originali (o comunque che testimonino le origini del locale), cimeli, ricordi e documentazione storica sugli avvenimenti e sulle frequentazioni illustri. Tanto ha mosso, a ragion veduta, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, che ha voluto patrocinare il ruolo stesso dell’Associazione.
Con sede a Milano, oggi l’Associazione Locali storici dItalia è guidata dal giovane e brillante Enrico Magenes che a Pavia è impegnato nella gestione della storica pasticceria Vigoni. Ma nel consiglio direttivo siedono molti altri esponenti che sono a capodei più bei locali storici d’Italia. C’è Vanna Chessa del Caffè Mulassano di Torino e Carlo Pellegrini dell’Antico Caffè Greco di Roma; c’è Nicola Piegaja del Royal Victoria Hotel di Pisa e Karl Platino del Museumstube Bagni Egart di Onkel Taa a Töll provincia di Bozano. C’è Annapaola Rey del Caffè Lavena di Venezia e Pietro Romanengo della Confetteria Romanengo di Genova. C’è ancora Marco Sarlo del Grand Hotel Royal Sanremo di Imperia e Antonio Sergio del Caffè Gambrinus di Napoli. C’è Federica Suban dell’Antica Trattoria Suban di Trieste e Daniela Vedaldi che è stato dell’Associazione un socio fondatore. Un lavoro lodevole quello che fanno i soci dell’Associazione Locali Storici d’Italia e che vede concretezza anche nella pubblicazione della Guida dei Locali storici d’Italia, grazie a Claudio Guagnini che la dirige, a Giuseppe Nardini delle antiche distillerie Nardini di Bassano e agli splendidi disegni del pittore Gianni Renna. Una guida che anche quest’anno, 2017, ha raccontato un itinerario inedito per ripercorrere le soste dei più illustri personaggi della storia, sedendo proprio ai tavoli e ai tavolini dove hanno mangiato, sorseggiato discusso, creato, tramato e dormendo nelle camere dove hanno sostato, amato litigato e che grazie a loro sono diventati immortali. Un percorso straordinario attraverso quasi ottanta alberghi, ristoranti e caffè letterari che appartengono all’Associazione Locali storici d’Italia.
Giunta alla 41esima edizione, la Guida presentava, per esempio già nel 2015, cinque nuovi storici locali. Il Grand Hotel Tremezzo, 1910, proprietaria Valentina De Santis, splendido Liberty sul lago di Como con la suite dove sostò Greta Garbo negli Anni Trenta; il Ristorante Zeffirino di Genova, 1939, chef-patron Luciano Belloni, con i tavoli dove pranzò Frank Sinatra e s’innamorò del pesto. Poi, tre locali di Venezia: l’Hotel Ala, 1940, proprietà della famiglia Salmaso, dove, quand’era hôtel particulier di una nobile stirpe, ebbe luogo“ L’affare dei russi”, fatto di cronaca nera che appassionò tutt’Europa nel 1910; il Ristorante Al Graspo de Ua, 1849, proprietà Alessandro Mazzetto, con il tavolino e la saletta frequentati da Hugo Pratt; il Ristorante A la Vecia Cavàna, 1912, proprietà e gestione della Famiglia Marsilli, unico e irripetibile, nato in una tipica rimessa per gondole e barche di cui ha conservato l’ambiente. La guida – 320 pagine bilingue italiano-inglese – viene distribuita gratuitamente dall’Associazione a chi ne fa richiesta, con il solo contributo delle spese di spedizione, ed è disponibile presso i locali associati. Un grande plauso per un lavoro che va certamente continuato e sostenuto al quale anche la redazione di “caffèletterari.it” vuole dare supporto e visibilità.
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